Psicomotricità
LA
PRATICA PSICOMOTORIA EDUCATIVA
Il
Progetto di Psicomotricità, secondo la Pratica
Psicomotoria
Educativa
legata al lavoro scientifico del prof. Bernard Aucouturier, è
un'offerta che mira ad accompagnare il bambino nello sviluppo della
sua maturazione complessiva,
fornendogli strumenti ed occasioni per poter armonizzare le
differenti dimensioni che gli appartengono e che sono
interdipendenti:
il pensiero.
Inoltre il progetto di Psicomotricità vuole stimolare nell'adulto che si prende cura di lui, genitore ed educatore, la capacità di “fermarsi a pensare ed osservare”, a tessere riflessioni sul processo di maturazione psicologica del bambino, collegando il suo “essere stato ieri” con il suo “essere oggi” e con la possibilità di “essere domani”.
Il bambino è una persona in
divenire e come tale richiede “attenzione e riflessione” da parte
dell'adulto che si prende cura della sua evoluzione.
L'attenzione
che è richiesta verso e per
il bambino riguarda “la qualità
della cura”,
ossia un interesse e una qualità di relazione che lo fanno sentire
amato, voluto, rassicurato e contenuto: qualità che gli permettono
di vivere una sensazione di pienezza di sé e del mondo.
La
Pratica Psicomotoria Educativa ha come obiettivo
permettere al bambino di vivere e strutturare le sue emozioni e
percorrere con pienezza le tappe che lo portano:
- alla maturazione
dell'identità
La psicomotricista prepara uno spazio e definisce un tempo in cui il bambino può agire in spontaneità e sicurezza fisica, lasciando che esprima al meglio se stesso e le sue potenzialità, attraverso il gioco con il corpo, il linguaggio verbale, il pensiero.
Fino
agli otto anni il gioco
e il movimento
sono la via privilegiata che il bambino utilizza per l'espressione di
sé.
Il
gioco è ricerca di piacere e di scoperta, è la base sulla quale si
sviluppano le condizioni per l'apprendimento e per il suo star bene,
è il linguaggio per raccontare di sé, fare esperienze, esplorare e
conoscere il mondo, creare e trasformare, incontrare gli altri,
acquisire sicurezza e fiducia.
La psicomotricista, che ha svolto un percorso di formazione personale, teorica e pratica triennale o quinquennale, sa leggere l'espressività senso motoria del bimbo, può accoglierlo e sostenerlo nell'espressione creativa di sé, sollecitarlo e accompagnarlo nel suo percorso di maturazione verso l'autonomia e la socializzazione, è disponibile al dialogo con la famiglia e la scuola.
L'AIUTO PSICOMOTORIO
Per i bambini che necessitano
un aiuto individualizzato alla crescita è possibile progettare e
svolgere percorsi di Aiuto Psicomotorio in piccolo
gruppo o
individualmente. Da questi percorsi possono
trarre giovamento bambini con disagi emotivi e relazionali, bambini
con difficoltà a simbolizzare e negli apprendimenti, bambini con
disturbi del comportamento o immaturità psico-fisiche.
La psicomotricista che prende
in carico il bambino prevede anche momenti d'incontro con i genitori,
con la scuola, con gli altri operatori che si occupano di lui.
“...aiutare un bambino
significa permettergli di mobilizzare le sue
stesse risorse... Chi aiuta un bambino gli permette di mettere in
opera quelle risorse potenziali che da solo non si sarebbero
attualizzate...”
B. Aucouturier
COME SI SVOLGE UN INCONTRO DI PSICOMOTRICITA'?
Spazi
e tempi dell'esperienza di Psicomotricità:
Ogni
incontro si apre con un rituale
iniziale,
in cui i bambini riconoscono e ritrovano la stabilità della
ripetibilità del ritmo che ogni incontro propone.
Vi
è poi un tempo dedicato al gioco
senso-motorio
e al gioco simbolico
e un tempo dedicato all'attività di
Rappresentazione
Lo
Spazio dedicato al gioco senso-motorio rimane sempre uguale,
con piccole varianti, per dare modo ai bambini di sperimentare e
consolidare, in un clima di sicurezza, gli schemi motori
dell'arrampicarsi, scivolare, scavalcare, camminare , saltare,
strisciare, rotolare, spingere.
In questo spazio i bambini trovano materassi, cuscinoni, spalliere, uno specchio, panche o scivoli di legno che favoriscono la ricerca di equilibri e disequilibri e di altre esperienze di movimento e percezione che rafforzano l'agilità, la coordinazione, il tono muscolare, ma soprattutto un grande senso di fiducia in sé, la consapevolezza dei propri confini corporei, in relazione alllo spazio ed alle persone, il superamento di rigidità e paure nel piacere di sentirsi sempre più “unità di mente, corpo, emozione”.
L'uso
di alcuni oggetti in sala di psicomotricità (palline, corde,
peluche, teli colorati, cubi di gommapiuma rivestiti di stoffe
colorate...) favorisce il continuo passaggio dal gioco
senso-motorio al gioco simbolico e viceversa, libera
l'espressività motoria del bambino, dà sicurezza, risveglia la
creatività e favorisce il contatto con il mondo esterno.
Il
gioco simbolico (...del
far finta che ) si afferma stabilmente verso i tre anni di vita e
apre il bambino all'azione , al pensiero e al linguaggio. La
predisposizione dello spazio, degli oggetti e la disponibilità della
psicomotricista favorisce l'emergere di giochi simbolici, che aiutano
il bambino a rassicurarsi e ad elaborare tante situazioni
impegnative per la sua crescita.
Tutti
i
giochi simbolici nascono
e si sviluppano
assolutamente secondo le linee creative ed immaginative dei
bambini.
A
conclusione di ogni incontro di psicomotricità è previsto un
momento per la narrazione di una Storia e per
le Rappresentazioni.
I
bambini trovano grande piacere nell'ascolto delle storie,
narrate dalla psicomotricista con il supporto di pupazzi o libri, che
permettono un passaggio più dolce e consapevole al momento delle
rappresentazioni simboliche. Anche le storie sono forme di
rappresentazioni, sono occasioni per parlare di sé attraverso i
personaggi.
“Dal
piacere di Agire al piacere di Pensare l'Agire” (B.
Aucouturier)
Il
momento delle Rappresentazioni
invece è uno spazio dedicato all'espressività
plastica(costruzioni di legno o modellaggio della plastilina) o
grafica (disegno). Queste attività , che rivelano anche lo stato
affettivo ed emotivo del bambino, gli permettono di accedere ad un
altro livello di simbolizzazione e lo aiutano a decentrarsi dopo la
fase dell'espressività motoria.
“Un
bambino che costruisce è un bambino che si costruisce”
“”RIPENSARE
L'EDUCAZIONE
E'
SOVVERTIRNE I VALORI:
E'
ACCORDARE LA PRIORITA' ALL'ESSERE
E
NON ALL'AVERE”
(B.
Aucouturier)
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
RispondiElimina